L’Italia nella Prima Guerra Mondiale

L’Italia è entrata nella prima guerra mondiale il 24 maggio 1915, dichiarando guerra all’Austria-Ungheria. Prima di questo evento però aveva stretto un patto segreto con la Triplice Intesa venendo meno al patto stretto con l’Impero Tedesco, che prende il nome di Triplice Alleanza.

In Italia iniziano a lavorare in fabbrica le donne perché gli uomini sono al fronte. Le fabbriche modificano le loro produzioni in funzione dei beni necessari al popolo e ai soldati: armi, alimenti, vestiario tattico, medicine, attrezzatura sanitaria e attrezzatura varia che soddisfi i bisogni del tempo.

Un altro aspetto è quello dell’innovazione degli armamenti a disposizione del personale al fronte in guerra che ha avuto delle migliorie in seguito a studi e costruzione di prototipi da impiegare. Porto un esempio: l’Italia è ancor di più i soldati italiani hanno subito attacchi da parte degli austriaci con delle armi chimiche che hanno messo in serie difficoltà il fronte; solo con l’utilizzo di maschere antigas provenienti dall’Inghilterra e con l’esperienza acquisita nell’evitare ripercussioni derivanti da tali armi, l’esercito italiano è stato in grado di ammortizzare gli effetti che avrebbero potuto causare.

Il popolo italiano tutto e in generale gli esseri umani coinvolti nel conflitto si trovano in una situazione poco piacevole e complessa che li obbliga a sottostare a condizioni di vita dure e restringenti: razionati l’acquisto di pane, pasta, carne, pesce, legumi e verdure.

Il 4 novembre 1918 cessa definitivamente la prima guerra mondiale. L’Italia vede annessa a sé alcuni territori quali: il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia, Istria e alcune città della Dalmazia. Non si ottenne Fiume e per questo il sommo poeta Gabriele D’Annunzio la chiamò “vittoria mutilata”.

(Daniel Saja, Edoardo Bianchi, Officina025 ONLUS)