Il fondatore del Futurismo: Filippo Tommaso Marinetti

Filippo Tommaso Marinetti è stato un poeta, scrittore, drammaturgo e militare italiano. È noto soprattutto come il padre del Movimento Futurista, la prima avanguardia storica italiana del XX secolo.
Nacque ad Alessandria d’Egitto il 22 dicembre 1876 da Enrico Marinetti ed Amalia Grolli. Il padre era un esuberante avvocato civilista originario di Voghera, si era trasferito in Egitto come impiegato degli uffici commerciali della società del canale di Suez e in seguito aveva aperto studi a Ramieh, a il Cairo e a Khartum. Divenne inoltre legale personale del Chedive Tawfiq Pascia. La madre, invece, era contrapposta caratterialmente al padre, essendo più dolce e comprensiva.
Il Futurismo è stata una delle correnti letterarie che inizialmente ha portato a diffondere l’italiano in Italia, dopo l’impresa fiumana di D’Annunzio, fu fondato il Partito Futurista Italiano. Questo inizialmente confluì nel Partito Nazionale Fascista, però Marinetti si allontanò dalla matrice reazionaria che aveva preso il suo
Movimento e non ebbe buoni rapporti con Benito Mussolini.
Durante il Movimento Futurista avevano provato anche a tradurre in italiano alcuni forestierismi, tra cui: “cocktail” che diventò “polibibita”, “sandwich” che diventò “traidue”, “dessert” che diventò “peralzarsi”, “picnic” che diventò “pranzoalsole” e “bar” che diventò “quisibeve”, che però in seguito non ebbero alcun successo.
Le sue opere più note sono: “Uccidiamo il chiaro di luna” (1911); “Il poema dei sansepolcristi” (1939); “Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana” (1942); “L’esercito italiano. Poesia armata” (1942); “Zang Zang Tumb. Adrianopoli ottobre 1912. Parole in libertà” (1912); “Parole in libertà futuriste olfattive tattili-termiche” (1932); “Manifesto del Futurismo” (1909); “Manifesto futurista della Ceramica e dell’Aereoceramica” (1938); “Mafarka le futuriste. Roman africain” (1910); “Le Monoplan du Pape. Roman politique en vers libres” (1912); “Come si seducono le donne” (1917); “L’alcova d’acciaio. Romanzo vissuto” (1921); “Gli indomabili” (1922); “Lo zar non è morto. Grande romanzo d’avventure” (1929); “Gli amori futuristi – programmi di vita con varianti a scelta” (1922); “Scatole d’amore in conserva” (1927); “Novelle colle labbra tinte” (1930).

Morì a Bellagio, nell’attuale Hotel Excelsior Splendide, sul lago di Como, il 2 dicembre 1944, dovuto a una crisi cardiaca, dove aveva appena scritto il suo ultimo testo, “Quarto d’ora di poesia della X Mas”.

(Daniel Saja, Edoardo Bianchi, Fabio Colombo, Officina025 ONLUS)