La Seconda guerra mondiale, detto anche “secondo conflitto mondiale”, vide contrapporsi, tra il 1939 e il 1945, le cosiddette potenze dell’Asse (Italia, Germania, Giappone) e gli Alleati (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Unione Sovietica) che, come già successo ai belligeranti della Prima guerra mondiale (detto anche “primo conflitto mondiale”), si combatterono su gran parte del pianeta.
La Seconda guerra mondiale cominciò il 1° settembre 1939 con la cosiddetta“guerra lampo” (in tedesco “Blitzkrieg”), in cui la Germania invase la Polonia.
Il 22 maggio 1939 la Germania e l’Italia firmarono il cosiddetto Patto d’acciaio, formalizzando una nuova chiusura di caratteri militare. Infine, il 27 settembre 1940, la Germania, l’Italia e il Giappone firmarono il Patto Tripartito, che venne poi chiamato semplicemente l’Asse.
Durante la guerra, una legge, cosiddetto numero 2042, del 23 dicembre 1940 vietava l’uso di parole straniere nelle intestazioni delle ditte e nelle varie forme pubblicitarie in Italia, che durò fino al 1943 con la caduta del Fascismo, che così segnò all’Accademia della Crusca un tabù linguistico, rimasto ancora oggi.
Le parole straniere italianizzate durante il Fascismo furono: “bevanda arlecchina” al posto di “cocktail”, “quisibeve” al posto di “bar”, “sbattighiaccio” al posto di “shaker”, “panfrutto” al posto di “plumcake”, “pallabase” al posto di “baseball”, “guidoslitta” al posto di “bob”, e così via; inoltre venivano italianizzati i toponimi francesi della Valle D’Aosta e del Piemonte, e i toponimi tedeschi del Trentino-Alto Adige, come ad esempio “Cormaiore” al posto di “Courmayeur”, che però non riscosse alcun successo. Un caso molto ridicolo del Fascismo è anche che traducevano persino gli antroponimi stranieri, come ad esempio i jazzisti (giazzisti) dell’epoca come Louis Armstrong con “Luigi Braccioforte” e Benny Goodman con “Beniamino Buonuomo”, ma che al giorno d’oggi non ha più senso ed è sbagliato secondo molti linguisti del secondo dopoguerra.
L’Italia entrò in guerra il 10 giugno 1940, dopo una serie di atti diplomatici, per l’occasione Mussolini annunciò l’entrata dal balcone di Porta Venezia.
L’Unione Sovietica entrò in guerra il 22 giugno 1941, dopo il tradimento da parte dei tedeschi del Patto Ribbentrop-Molotov, per reagire all’offensiva tedesca chiamata “Operazione Barbarossa”. La resistenza sovietica fu talmente forte, che dopo aver vinto la battaglia di Stalingrado, lanciò una controffensiva ad invadere i territori occupati dai nazisti (Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria).
Il 6 settembre 1943 il primo ministro inglese Winston Churchill teorizzò la lingua inglese come lingua franca, per mettere in comunicazione vari Stati e non farsi comprendere dai nemici dell’Asse.
Gli Stati Uniti entrarono in guerra dopo il bombardamento di Pearl Harbour, compiuto dall’Impero Giapponese, avvenuto il 7 dicembre 1941.
La Seconda guerra mondiale ha più epiloghi: in Italia finisce il 25 aprile 1945 con la completa liberazione d’Italia e la morte di Mussolini.
In Germania finisce il 30 aprile 1945, quando le truppe sovietiche invasero totalmente Berlino, scoprendo la casamatta (più noto col germanismo “bunker”) segreta di Hitler, e liberando i vari campi di concentramento
presenti nell’Europa dell’Est.
In Giappone la guerra finì definitivamente tra il 6 agosto e il 9 agosto, quando due bombe atomiche vennero cruentemente sganciate su Hiroshima e Nagasaki (entrambi raramente adattati in “Iroscima” e “Nagasachi”). Il primo episodio scandalizzò, nel presente e negli anni a venire, l’opinione pubblica, tanto che ci sono molti riferimenti nel cinema e nella musica che criminalizzano l’evento.
Il 2 settembre 1945 finì ufficialmente la Seconda guerra mondiale, tramite l’atto di resa giapponese. Dopo di esso seguiranno vari processi, tra cui quello di Norimberga, e trattati di pace tra gli Stati che furono protagonisti di questo secondo conflitto mondiale.
(Daniel Saja, Edoardo Bianchi, Fabio Colombo, Officina025 ONLUS)