Un linguista legato alla fede: Antonio Bresciani

Antonio Bresciani Borsa è stato un gesuita e letterato italiano. Un gesuita è un religioso appartenente alla Compagnia di Gesù. Nasce ad Ala, in provincia di Trento, nell’allora Tirolo Italiano, il 24 luglio del 1798. Furono suoi parenti Leonardo Bresciani Borsa e la contessa Vittoria Alberta, figliuola di Cornelia Fregoso, discendente dell’omonima famiglia che diede ben dodici dogi alla Repubblica Genovese. Figlio primogenito, ebbe una formazione cristiana anche ad opera del sacerdote Filippo Bernardi che lo intraprese agli studi letterari.

Nel 1814 andò a Verona dove studiò retorica. Nel 1850 venne chiamato a Napoli a formare la prima comunità degli scrittori de La Civilità Cattolica, una rivista religiosa di stampo cattolico fondata da Padre Carlo Maria Curci. Fino al 1862 scrisse dei racconti per la rivista La Civiltà Cattolica. Coniò il traducente “rivoltella” per sostituire l’anglicismo “revolver” nel 1860, probabilmente grazie al racconto “La casa di ghiaccio o il cacciatore di Vincennes” all’interno della rivista La Civiltà Cattolica e pubblicato come singolo romanzo nel 1861, anche se comparve per la prima volta nel racconto “Della Repubblica Romana (Appendice de L’ebreo di Verona)”, scritta anch’esso all’interno della rivista La Civiltà Cattolica nel 1851 e pubblicato come singolo romanzo nel 1858. In realtà la parola “rivoltella” era già presente nel dizionario della lingua italiana, ma aveva un’altra accezione, ovvero “strada secondaria”; con Bresciani acquisì l’accezione di “pistola a tamburo”.

Dopo la sua morte, la parola “rivoltella” è stata anche ispirata da Vincenzo Rivolta, maestro armiere della Glisenti, nel 1874 per la produzione della pistola Chamelot-Delvigne calibro 10,35. Altre opere famose furono: La contessa Matilde di Canossa e Iolanda di Groninga (1858); Ubaldo e Irene – Racconti (1858); Olderico, ovvero il zuavo pontifico, racconto del 1860 (1862); Lorenzo, o il coscritto – racconto ligure (1856); Vita del giovane egiziano Abulcher Bisciarah (1838); Lionello o delle Società Segrete (seguito de La Repubblica Romana); L’assedio di Ancona (incompiuto); L’ebreo di Verona (1872).

Morì a Roma il 14 marzo del 1862 e le sue spoglie riposano nella Chiesa del Gesù, vicino alle ceneri di Sant’Ignazio. In occasione del centenario della sua morte, sulla sua casa natale trentina, nel comune di Ala, è stato posto un bassorilievo opera dello scultore Livio Fausto Sossass.

  1. Antonio Bresciani (Ala 24/07/1798 – Roma, 14/03/1862)

(Daniel Saja, Edoardo Bianchi, Officina025 ONLUS)