Quando il personaggio interpretato oscura l’attore fuori dalle scene

Josh Radnor, Hugh Laurie, Damon Wayans e la lista potrebbe essere infinita, perché questi sono gli esempi più recenti di attori che, nonostante una brillante carriera, sono quasi oscurati dalla maschera del personaggio più importante che hanno interpretato (un altro esempio è Rutge Hauer, scomparso l’anno scorso, ma spesso ricordato per essere il replicante di Blade runner, Roy Batty, colui che è famoso per il monologo finale “Io ne ho viste di cose che voi umani non potreste immaginarvi…”).

Ognuno dei tre attori citati è famoso per un ruolo che, volenti o nolenti, ne ha condizionato la carriera. Josh Radnor è famoso per essere l’innamorato più sventurato delle serie televisive, Ted Mosby, un architetto adottato da New York e che ricerca il vero amore, ma che spesso ne rimane ferito. La storia, che bene o male quasi tutti conosciamo, di How i met your mother è quella che Ted racconta ai propri figli, di quando, dopo mirabolanti avventure con la sua compagnia di amici (Marshall, Lily, Robin e Barney), ha conosciuto la loro madre, Tracy.

Con il passare delle stagioni ci si avvicina di più alla realtà e a quello che è il presente dei personaggi, fino al discusso epilogo (che, per ragioni di spoiler, non scriverò, alcuni amici la stanno ancora guardando). Ma a discutere è anche lo stesso Josh, ormai così famoso per aver interpretato Ted, che non riesce più a liberarsi della sua ombra; anzi, ha ammesso più volte, nei talk show in cui era ospite, di vivere in uno stato quasi di depressione per via di ciò, perché la gente lo associa di più alla figura dell’architetto newyorkese che alla sua persona fuori dalle scene e che il resto della sua carriera passi quasi in secondo piano.

E lo stesso potrebbe dire anche Hugh Laurie, meglio noto come lo scorbutico Dr. House in Dr. House – Medical Division, dove la figura del medico continua ad oscurare le sue numerose carriere. Perché, oltre ad essere un attore, Hugh è anche scrittore, musicista blues e jazz e anche doppiatore: due album all’attivo (Let them talk del 2011 e Didn’t it rain del 2013), apparso come doppiatore in serie TV comiche (Simpson e Griffin tra le più note) e due romanzi scritti (Il venditore di armi del 1996 e il non ancora compiuto The paper soldier).

La figura di Gregory House è così iconica tanto da oscurare anche i ruoli più recenti da egli interpretati, Laurie non sembra averla presa troppo sul personale, ma a più volte rcionosciuto che la sua carriera non può limitarsi solo alla figura del Dottor House, ma che i suoi lavori, cinematografici e non solo, hanno sempre avuto buoni giudizi dalla critica.

Un altro attore comico che purtroppo viene ricondotto ad un personaggio solo è Damon Wayans, ovvero Michael Kyle di Tutto in famiglia, una serie che racconta le bizzarre giornate di una famiglia americana che, tra l’atteggiamento spesso egoista di Michael, le eccessive paranoie della moglie Janet e i guai dei tre figli (Junior, Claire e Kady), cerca di restare unita e di uscire dalle avversità in cui troppo spesso cadono.

Anche Damon ha il problema degli altri due attori elencati in questo articolo, il suo Michael Kyle è riuscito nell’intento di non rendergli facile la carriera, basti pensare che un significativo successo gli è arrivato molti anni dopo la fine di Tutto in famiglia, con il ruolo dell’agente Roger Murtaugh in Lethal weapon. Però, purtroppo quest’ultima serie è stata cancellata dopo tre stagioni nel 2019, anche per egli è stato difficile vivere al di fuori della maschera di Michael Kyle, che spesso lo ha relegato in ruoli minori in altri film e serie televisive.

Purtroppo può succedere e per quanto un personaggio possa fare la fortuna di un attore, quest’ultimo, fuori dalle scene, vuole essere considerato come la persona che è e non per la sua maschera più famosa; ma quando un personaggio diventa così iconico, non è facile togliersi dalla sua importante e altrettanto scomoda maschera.

Il doppio volto del cinema e della TV, che, per quanto possano dare fama agli attori, spesso il folklore che gli gira intorno, rischia di relegarli al personaggio più famoso che essi hanno interpretato.