I coniugi Arnolfini di Van Eyck a prima vista

Un pittore, una coppia di sposi, un cane. E non dimentichiamo due testimoni per validare il matrimonio in corso. Questo è ciò che è riflesso nello specchio di uno dei dipinti fiamminghi più famosi della storia dell’arte: il Ritratto dei coniugi Arnolfini. Il pittore Jan Van Eyck realizza l’opera, nel 1434, su commissione del mercante italiano Giovanni Arnolfini, recatosi nei Paesi Bassi per lavoro. ‘Johannes de Eyck fuit hic’ sono queste le parole che testimoniano la presenza del pittore nella sala. Un angolo qualsiasi del mondo reale che è stato colto istantaneamente dall’artista, come per magia. Attraverso quelle pennellate siamo nella casa degli Arnolfini. Ed eccola in tutti i suoi particolari: il tappeto, le pianelle che spuntano appena da sotto il vestito di Giovanni, lo sposo, l’accenno della veste sollevata di Giovanna Cenami, la sposa, il letto a baldacchino, il ricco lampadario con solo una candela accesa e la frutta accanto alla finestra. I particolari minuziosi del vetro della finestra, del muro crepato. Inutile dire la forza dei simboli in campo: la fedeltà, la fertilità. Il tutto tramite figure conviviali. Così come segno di convivialità sono quegli zoccoli a terra. Dallo specchio riusciamo a vedere quell’istante: lo sposalizio. Riusciamo a vedere oltre quello che il dipinto stesso ci mostra in primo piano. Una visione privilegiata da dietro i protagonisti. Le mani che si incrociano, i testimoni che osservano, il pittore riflesso. Il cane ai piedi degli sposi. La finestra, le arance, il lampadario con una sola candela accesa. Un dipinto volto ad immortalare quell’istante, come una fotografia. Come dice Sir Ernst Gombrich ne ‘La storia dell’arte’, “Per la prima volta nella storia, l’artista diventa un perfetto testimone oculare nel senso più vero del termine.” Quella di Van Eyck è una scelta. Nel tentativo di rendere la realtà come appare all’occhio, l’artista rinuncia agli schemi piacevoli e alle curve fluenti​ del gotico internazionale, scrivendo così la storia della pittura fiamminga ed europea.

(Marco Emilio Boga)