L’uso dell’IA per salvaguardare la lingua italiana

Verso il 2020, ossia il periodo del COVID-19, è esploso fortemente l’uso di nuovi termini inglesi quali “lockdown”, “smart working”, “comfort zone”, “setting”, “dog sitter”, “people pleaser”, “product owner”, “boarding pass”, “cybersecurity” e tanti altri ancora. Questo fenomeno è quello che Antonio Zoppetti definisce l’uso esagerato di termini inglesi, e si chiama “anglomania”.

Affinché l’italiano possa essere potenziato potrebbe usare utile l’intelligenza artificiale, la robotica e iniziative come ad esempio l’Associazione per l’italiano, fondata da Giulio Mainardi nel 2024.
L’intelligenza artificiale potrebbe consentire la traduzione automatica (Machine Translation), che è il processo che utilizza l’Intelligenza Artificiale (IA) per convertire un testo da una lingua all’altra, senza che vi sia bisogno dell’intervento umano, se non in una eventuale fase di verifica e di rifinitura del prodotto (ciò che viene definito post-montaggio). Inoltre, l’IA è più flessibile e può essere utilizzata per doppiare contenuti in qualsiasi lingua, anche se non esistono doppiatori professionisti per quella lingua.

Tuttavia, l’IA presenta anche alcuni svantaggi. Ad esempio, un programma informatico non può esprimere le sfumature dei sentimenti come un doppiatore umano. In particolare, l’IA sta iniziando a svolgere un ruolo sempre più importante nella creazione di sottotitolaggi. I sottotitoli sono testi che vengono visualizzati sullo schermo di un video per rendere il contenuto accessibile a persone con disabilità uditive o a chi desidera guardare un video in un ambiente rumoroso.

La traduzione automatica è uno dei componenti chiave degli strumenti di sottotitolazione basati sull’intelligenza artificiale. Questa tecnologia utilizza algoritmi per tradurre l’audio della lingua di partenza in sottotitoli nella lingua di arrivo, che possono essere utilizzati per la sottotitolazione automatica.

(Daniel Saja, Edoardo Bianchi, Fabio Colombo, Officina025 ONLUS)