La campagna di Polonia fu un’operazione militare diretta all’invasione territoriale della Polonia compiuta in due chiare fasi: dal 1o settembre 1939 dalla Germania e dalla Slovacchia e dal 17 settembre dall’URSS, allo scopo di spartirsi il territorio polacco alla fine delle operazioni.
La Polonia venne invasa da un patto, voluto da Hitler e Stalin, chiamato “Ribbentrop-Molotov”, e siglato dagli omonimi ministri degli esteri tedesco e sovietico.
I tedeschi intitolarono il piano d’attacco “Fall Weiß” (lett. “caso bianco”) e la prima città presa fu Danzica, che cadde in mano ai nazisti nel giro di poche ore. Furono presi 15.000 prigionieri delle milizie, popolari ed esercito, mentre chi riusciva a scappare dalla città andava in ritirata verso Varsavia.
Il 3 settembre gli Alleati diedero un ultimatum (in italiano “ultimato”) alla Germania, che non rispettò e proseguì nell’invasione accerchiando Varsavia.
Dall’8 al 16 settembre si svolse il primo assedio di Varsavia, che inizialmente fu respinto, portando Hitler a decidere di afferrare la città, chiudendo le strade e costringendo la popolazione alla fame.
Il 17 settembre scese in campo anche l’Unione Sovietica, che invase la Polonia dai confini bielorusso ed ucraino, costringendo alle dimissioni del primo ministro polacco Ignacy Mościcki e il 28 settembre invasero la loro parte di Polonia, stabilita dal patto “Ribbentrop-Molotov”.
Contrariamente a quanto successo con i tedeschi, gli Alleati non s’interessarono e non dichiararono guerra all’URSS. Inoltre, l’invasione della Polonia ha segnato l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

(Daniel Saja, Edoardo Bianchi, Fabio Colombo, Officina025 ONLUS)