L’entrata dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale

Il 10 giugno 1940 l’Italia entra nel Secondo Conflitto Mondiale tramite un discorso di Benito Mussolini a Piazza Venezia.
L’Italia entra in guerra a fianco di Adolf Hitler e del Giappone contro la Francia e l’Inghilterra. Mussolini fu molto dubbioso sull’entrare in guerra, tanto che ci pensò nove mesi e lo fece perché restò impressionato dalla forza dell’Armata tedesca. Churchill e Roosevelt tentarono in più occasioni di dissuadere Mussolini dall’entrare in guerra, perché non volevano che il conflitto potesse espandersi ancor di più, comprendendo l’Europa del Sud.

La decisione fu presa il 30 maggio, dopo alcuni confronti nelle aule governative, ma su pressioni esterne, dovute sia ad Hitler che chiese di aspettare sia da Galeazzo Ciano che comunicò al Duce di aspettare per via
di alcuni eventi sportivi (Coppa Italia Calcistica e Giro d’Italia), si inviò la dichiarazione di guerra alla Francia lunedì 10 giugno.
All’interno dei gruppi industriali legati all’industria bellica e nella stampa, la notizia dell’ingresso fu accolta con molto entusiasmo. Invece, tra le fila del PNF ci fu molto scetticismo da parte di molti suoi esponenti (tra cui lo stesso Galeazzo Ciano). Le reazioni internazionali furono differenti tra loro, Hitler accolse con gioia l’ingresso dell’Italia in guerra ed inviò alcune truppe, mentre altri Stati videro come un atto vile la dichiarazione di guerra alla Francia, già messa in ginocchio dai nazisti.

L’Italia dopo essere entrata in guerra ha invaso anche la Iugoslavia, l’Albania, la Grecia, l’Egitto, la Somalia Francese e la Somalia Britannica.

(Daniel Saja, Edoardo Bianchi, Fabio Colombo, Officina025 ONLUS)