La nascita della parola logo e dei loghi più conosciuti

Un logo (abbreviazione di “logotipo”; plurale “loghi”, dal greco λόγος – logos che significa “parola” e τύπος – typos che invece significa “lettera”) è l’immagine, che di solito riproduce un prodotto, un servizio, un’azienda, un’organizzazione, un canale televisivo, una stazione radiofonica, una band musicale, ecc.; specificamente è composto da un simbolo o da un marchio o da una versione o riproduzione grafica di un nome o di una sigla che prevede l’uso di una letterizzazione ben precisa. Tra il 70.000 a.C. e il 7000 a.C., popoli primitivi di tutto il mondo hanno posto le basi delle arti grafiche dipingendo animali nelle grotte.

Nell’Europa medievale appaiono due distinti linguaggi visuali: stemmi araldici e segnaletica simbolica. L’araldica è un sistema di assegnazione di significato in cui un insieme di colori e forme rappresenta una certa famiglia nobile. Per quanto riguarda la segnaletica simbolica, durante l’Alto Medioevo (900 – 1300 d.C.), i negozi hanno iniziato ad appendere cartelli per identificare quali beni o servizi fornivano: si pensi ai pali a strisce dei negozi di barbiere e alle croci che rappresentano le farmacie. Nel 1389, il re Riccardo II d’Inghilterra accolse una legge che applicava agli stabilimenti che producevano birra di appendere un cartello che indicasse ciò che facevano. Questo ha portato le aziende a differenziarsi aggiungendo immagini araldiche ai loro segni. Con l’invenzione della macchina da stampa di Johannes Gutenberg, alla fine del quattrocento, vari stampatori utilizzavano i loghi per identificare le loro opere.

Durante l’ottocento, la produzione in serie di materiali stampati fu resa possibile dai cambiamenti nella struttura della macchina da stampa e dal suo nuovo disegno a vapore. La cromolitografia, che ha permesso la stampa a colori in massa per la prima volta in assoluto, è arrivata negli SUA nel 1840 e le etichette stampate colorate, le pubblicità e i manifesti sono diventati noti. La rivoluzione industriale ha portato ad una crescita dei centri commerciali e urbani. Il primo logo ad essere registrato fu il triangolo rosso della Bass nel 1876.

Il primo logotipo probabilmente più conosciuto fu quello della Coca-Cola, che venne disegnato dallo statunitense Frank Mason Robinson, col carattere Spencerian Script, intorno al 1886 dando inizio all’era moderna del disegno del logo. Tra il 1910 e il 1913 i logotipi commerciali divennero molto comuni negli SUA e in Europa. Nel 1914 i loghi si sviluppavano oltre il mercato commerciale quando Pierre De Coubertin progettò la bandiera olimpica.

Nel 1956 Paul Rand disegnò il famoso logo della IBM (dal 1927 al 1947 la IBM italiana era nota come “SIMC” ovvero “Società Internazionale Macchine Commerciali”) con un occhio umano e un’ape. La maggior parte degli storici del logotipo vede questo come un punto di svolta nella storia del disegno del logo. Tra il 1962 e il 1964, Charles Csuri e A. Michael Noll hanno creato alcune delle prime arti digitali, indicando i successivi cambiamenti nel disegno del logo.

Negli anni settanta sono state sviluppate le tecnologie di immagini generate dall’elaboratore (CGI o meno comunemente IGE) e di disegno assistito dall’elaboratore (CAD o meno comunemente DAE). Negli anni novanta ci fu la diffusione dell’elaboratore personale. Nei primi anni duemila Adobe ha portato alle masse sofisticati strumenti di disegno grafico digitale con le quali costruire i logotipi. Successivamente nacquero alternativi software liberi e sorgenti aperte. Di norma si utilizza la grafica vettoriale per progettare i loghi poiché in questo modo possono essere stampati a qualsiasi grandezza e ingranditi molto senza perdere qualità.

Con la nascita di interrete sono nate delle piattaforme che consentono di creare loghi con modelli predefiniti gratuiti o a pagamento. Un effetto di questo metodo è che più aziende, prodotti e servizi avranno il medesimo logotipo, o comunque molto simile alla concorrenza. Il medesimo rischio si ha se si utilizzano immagini gratuite o a pagamento trovate in rete come pittogrammi, ideogrammi o monogrammi del proprio logo, oppure font fantasia molto note. Un famoso designer di logotipi fu l’inglese Martin Lambie-Nairn che aveva disegnato il logo multicolore di Channel 4 nel 1982 e i loghi di BBC 1 e BBC 2 nel 1991; successivamente aveva modificato il logo della BBC nel 1997 facendolo diventare dritto con il carattere Gill Sans, che fu quello rimasto sino ai giorni nostri anche se nel 2021 venne leggermente modificato il carattere facendolo diventare Reith Sans, proprio perché Martin Lambie-Nairn era morto il 25 dicembre del 2020.

Fino al 1997 il logo della BBC era inclinato con il carattere Helvetica Neue e disegnato da Michael Peters nel 1988. Il primo logo della RAI è stato disegnato per la prima volta nel 1954 ad opera di Erberto Carboni, con affiancato il logo TV durante le trasmissioni televisive, successivamente modificato da Alberto Ribera negli anni settanta e reintrodotta una seconda variante di Carboni nello stesso periodo. Il logo della RAI ad essere più noto fu creato nel 1982 dallo studio grafico ARA di Cusano Milanino con le lettere maiuscole attaccate, poi modificato da Giorgio Macchi nel 1988 con le lettere staccate. Nel 2000 il logo della RAI divenne a farfalla col carattere Futura da Stefano Aureli per conto della società AReA di Antonio Romano. Infine nel 2010 ci fu il logo attuale della RAI messo all’interno di un quadrato realizzato dalla società Frame by Frame.

Per quanto riguarda il famoso logo rosso a doppio rombo della società svizzera di radiotelevisione SRG SSR degli anni ottanta e novanta non si sa chi lo abbia disegnato. Nel 2000 ci fu un saggio sui loghi intitolato “No logo” scritto dalla giornalista canadese Naomi Klein.​ Nel 2009 ci fu anche un famoso cortometraggio animato sui loghi di produzione francese intitolato “Logorama”, da cui venne tratto anche un catalogo intitolato “Logobook” scritto dal regista francese Ludovic Houplain e pubblicato da Taschen nel 2013.

(Daniel Saja, Edoardo Bianchi, Officina025 ONLUS)